Ieri è apparso sul ilGiornale la notizia che alcune organizzazioni di musulmani in Germania rifiuterebbero la proposta di riconoscimento dell’Islam in terra tedesca.
Alla conferenza islamica di Germania il governo per bocca del ministro bavarese ha espresso alcune linee guida per far sì che il dialogo dei musulmani con la società tedesca, possa arrivare a un tale riconoscimento.
ANMI condivide in pieno ciò che il ministro tedesco ha detto in conferenza stampa.
ANMI rifiuta il ruolo di tanti imam fai da te e auto proclamatisi dei centri islamici.
Imam che si definiscono di Roma, Milano, Napoli, Lecce, Trento in realtà non esistono. Occorre sapere che le autorità religiose nell’Islam sunnita e nei paesi musulmani, non hanno figure religiose come un vescovo di una nostra città.
Consigliamo ai media, alle istituzioni locali e nazionali, di disconoscere tale terminologia.
Una vera integrazione dell’Islam in Germania come in Italia si ottiene con guide religiose formatesi qui in Europa, e che riconoscano oltre l’apprendimento della lingua, l’ordinamento e la costituzione dello stato di cui si deve far parte.
ANMI invece appoggia l’osservanza delle norme statutaria delle associazioni islamiche, il ricambio generazionale, la trasparenza reale dei bilanci dei centri islamici, e l’accessibilità a quanti ne vogliono chiedere verifica.
E’ quanto mai opportuno la tracciabilità e la chiarezza dei finanziamenti, di cui uno degli obiettivi è il ridimensionamento delle sovvenzioni estere, e lavorare per un’autonomia dei musulmani in ciascun paese europeo.
Bisogna avere sempre più consapevolezza, che chi si oppone all’indipendenza dai finanziamenti stranieri, per moschee e imam, non vuole lo sviluppo, e la coesione con il resto della società.
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